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Registrare una batteria con 2 microfoni: si può?

FFWD • nov 05, 2019

Il topic di oggi è: registrare una batteria con soli 2 microfoni, è possibile?

Se tutto ciò che avete a vostra disposizione sono due microfoni ed un’interfaccia audio con due soli canali, non disperate! Esistono diversi modi per poter registrare in maniera efficace una batteria acustica e poter così aggiungere un tocco di originalità alle vostre produzioni senza dover ricorrere all’uso delle solite librerie di campioni, facendo sì che il vostro disco suoni comunque con personalità!

Le cose importanti di cui tenere conto

Registrare in modo corretto un kit di batteria è, da sempre, una delle imprese più ardue in cui ci si possa imbattere. Una ripresa di batteria ben fatta è un elemento imprescindibile in molti generi musicali per riuscire ad avere delle fondamenta solide su cui poter andare a costruire tutto il resto del brano, mentre una ripresa mediocre renderà incredibilmente ostico riuscire ad aggiungere gli altri elementi senza avere la sensazione che il tutto cada in pezzi.

Prima di parlare della registrazione vera e propria, vale la pena di rimarcare quello che probabilmente potrà sembrare ovvio, ma che troppo spesso viene sottovalutato: per ottenere un bel suono di batteria è assolutamente indispensabile avere un kit ben suonante e ben accordato, un bravo batterista ed una stanza adeguata; senza questi elementi non sarà possibile riuscire ad ottenere un suono registrato che sia all’altezza delle nostre aspettative e dei dischi che amiamo e che prendiamo come riferimento. Quindi, prima di tutto assicuriamoci di avere a disposizione un ambiente ben suonante e con meno problemi possibili a livello acustico, procuriamoci un bel kit di batteria (possibilmente con pelli nuove e con dei piatti ben bilanciati) e un batterista che sappia colpire a dovere e che sappia impartire al brano il giusto groove.

Fatto questo, andiamo a vedere i vari approcci che possiamo utilizzare per ottenere quello che abbiamo in mente.

­ Mono o stereo?

La prima domanda che ci si pone davanti è tutt’altro che banale: è meglio registrare la batteria in mono o in stereo? Nonostante la risposta più ovvia potrebbe sembrare quella di registrare in stereo, ci sono un paio di punti sui quali vale la pena di soffermarsi.

Una ripresa stereo risulta sicuramente più d’impatto per l’ascoltatore. Immaginate un fill di batteria: sentire la stereofonia che “segue” il fill da una parte all’altra del nostro ascolto aiuta a creare un senso di spazialità e di coinvolgimento che andranno ad “arricchire” la nostra esperienza d’ascolto. Il problema è che, se non realizzata nel modo corretto, una ripresa stereo può portare più danni che benefici in termini di relazione di fase tra i due microfoni, il che si tradurrebbe in un suono finale molto debole e “scontornato”, completamente privo di ogni tipo di impatto. Inoltre, per una riuscita credibile di una ripresa stereo, avremo bisogno di due microfoni uguali, cosa che non sempre è possibile avere a disposizione, e di riuscire a trovare un modo che ci consenta di avere cassa e rullante al centro (cosa richiesta dalla stragrande maggioranza dei generi musicali) e non spostati nel panorama stereofonico.

Una ripresa mono, d’altro canto, ci salva da questi problemi: non avremo una grande spazialità ma, al contempo, avremo un centro molto ben presente e focalizzato e avremo la possibilità di utilizzare anche due microfoni diversi che avranno due ruoli distinti nella nostra registrazione. Non va dimenticato, inoltre, che l’estetica musicale di alcuni generi prevede una batteria mono: moltissimi dischi degli anni ’50, ‘60 e ’70 (pensate ai Beatles o ai grandi dischi di jazz di quegli anni) hanno il kit di batteria mono e ciò è diventato nel tempo un elemento distintivo e caratterizzante di quel sound.

Andiamo a vedere, quindi, come utilizzare al meglio ciò che abbiamo a disposizione in entrambi i casi.

Ripresa mono – “Front of the kit”

Volendo riprendere la batteria in mono abbiamo diverse scelte.

La prima (e più intuitiva) ci porta a prendere un microfono e metterlo davanti al nostro kit, esattamente come se fosse un ascoltatore che assiste alla performance di un batterista.

Questa scelta, tuttavia, presenta qualche svantaggio: per prima cosa noteremo che il microfono ci restituirà un suono molto più ambientale rispetto a quello che percepiamo noi essendo davanti al kit. Questo succede perché il nostro cervello, a livello psicoacustico, riesce ad isolare parecchio l’ambiente che ci circonda, facendoci percepire il suono più secco di quanto non sia realmente; inoltre otterremo un suono molto colorato dei tamburi e dei piatti, con poco “punch” e spesso con strani picchi e strane risonanze, senza menzionare il fatto che avremmo a disposizione un altro microfono che, a questo punto, diventerebbe pressoché inutile.

Ripresa mono – Overhead+cassa e overhead+room

Un modo più interessante per poter registrare la nostra batteria in mono è quello di impiegare entrambi i microfoni a nostra disposizione: andremo a mettere il primo sopra la batteria, perpendicolare al rullante e ad una distanza di 2 bacchette e mezza (circa 1 metro), mentre posizioneremo l’altro davanti alla cassa, che è l’elemento che tende ad essere più debole in una ripresa dall’alto (detta anche “overhead”). In questo modo otterremo un suono molto naturale e definito dei piatti e dei tamburi, mentre il microfono davanti alla cassa ci darà il “punch” ed avremo anche la possibilità di dosarlo all’interno del mix (per un equilibrio ottimale tra attacco e corpo il consiglio è di posizionare il microfono leggermente fuori dal buco e fargli guardare tramite esso il punto in cui il battente colpisce la pelle).

Un utilizzo alternativo del secondo microfono può essere quello di ripresa della stanza: mentre l’overhead ci darà un suono più di prossimità del kit, posizionando l’altro microfono più lontano all’interno della stanza avremo la possibilità di dosare la componente ambientale del nostro suono, dandoci la possibilità di ottenere un po’ più di profondità.

Ripresa stereo – “Front of the kit”

Analogamente con quanto accade con la prima ripresa mono analizzata, l’approccio più intuitivo sarebbe quello di posizionare i nostri due microfoni di fronte alla batteria in un qualche tipo di configurazione stereofonica.

Così facendo, tuttavia, andremmo ad imbatterci negli stessi problemi della ripresa mono “Front of the kit”, oltre al fatto che questo posizionamento ci restituirebbe una stereofonia molto ridotta e decisamente poco d’impatto ed un contributo ambientale (spesso indesiderato) ancora maggiore.

Ripresa stereo – Glyn Johnes

Un modo molto efficace e di sicura riuscita per ottenere un’ottima ripresa stereofonica di una batteria è quello di utilizzare l’omonima tecnica inventata da Glyn Johnes (storico produttore discografico inglese che ha lavorato con Led Zeppelin, The Beatles, The Rolling Stones, The Who e chi più ne ha più ne metta) che consiste nell’utilizzare due microfoni (possibilmente uguali), uno posizionato sopra la batteria, perpendicolare al rullante ad una distanza di 2 bacchette e mezza (circa 1 metro), l’altro posizionato appena sopra il floor tom (o timpano) che guarda il rullante e che ha da esso la stessa distanza del primo microfono.

Nonostante un ottimo impatto ed un’ottima resa stereofonica, questa tecnica soffre di un problema non di poco conto: mentre il rullante risulterà suonare al centro ed in fase tra i due microfoni (poiché ha la stessa distanza), la stessa cosa non accade per la cassa; essa sarà, infatti, più vicina al microfono che si trova sopra al floor tom, risultando spostata verso sinistra (o destra, a seconda della prospettiva che utilizziamo).

Ripresa stereo – Recorderman

La tecnica “Recorderman” altro non è se non un’evoluzione della Glyn Johnes che elimina il problema della “cassa spostata”. Per realizzarla posizioniamo il primo microfono sopra al kit esattamente come nella tecnica precedente; successivamente prendiamo uno spago (o un cavo microfonico abbastanza lungo), fissiamo un’estremità al centro del rullante e l’altra estremità al centro della cassa, tendendo bene entrambi i lati fino a formare un triangolo con il microfono sovrastante.

A quel punto, mantenendo entrambi i lati ben tesi, facciamo ruotare il punto che abbiamo individuato fino a che non si troverà sopra la spalla destra del batterista (sinistra nel caso in cui sia mancino) e posizioniamo qui il secondo microfono facendo sì che punti verso il rullante.

Così facendo non avremo ottenuto solo di avere il rullante equidistante dai due microfoni, ma la stessa cosa varrà anche per la cassa; il risultato finale sarà quindi un’ottima stereofonia di grande impatto e, in più, avremo entrambi gli elementi principali della nostra batteria che suoneranno al centro ed in fase! Se poi avremo l’impressione che il suono finale risulti un po’ “magro” basterà prendere un equalizzatore e dare un generoso boost sulle basse frequenze, magari con una curva di tipo shelving (un guadagno di 6dB da circa 80-100Hz in giù dovrebbe essere una buona base di partenza).

Conclusioni

Seppur con delle ovvie limitazioni rispetto all’utilizzo di più attrezzatura, spesso registrare una batteria con due microfoni può portare a grandi soddisfazioni ed a risultati più che soddisfacenti, soprattutto se non volete rinunciare a dare alla vostra produzione un suono unico e personale (una scelta che, alla lunga, paga sempre!).

Ci vediamo al prossimo topic!

Stefano Quarta

#blog #drum #recording #mic

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